“La società italiana non è in pace”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nella sua introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani ha citato diversi fenomeni che interessano il mondo giovanile. Esso infatti “è coinvolto dalla violenza: risse, bullismo, atti vandalici, violenze sessuali, ma anche spaccio, furti e rapine, a volte di baby gang”. “I social – ha proseguito – sono il tam-tam dove si documentano le gesta. Violenze verso minorenni o adulti, compiute da minori: segnali di una tendenza in atto da anni, amplificata dalla pandemia”.
In particolare i dati sui suicidi degli adolescenti, che “stanno lievitando”, sono “drammatici”: “per noi non devono essere solo numeri, ma sono persone, volti, storie. Ci segnalano un disagio diffuso che ci deve interpellare”. “Tutto avviene diversamente dal passato in pubblico: nella ‘fornace’ dei social, spietati e agonistici”, ha osservato il cardinale: “Nessuna generazione prima ha conosciuto quest’esperienza: ci si deve autodefinire, si deve mettere il volto e il corpo in mostra, si misurano quanti ti seguono. È facile sui social sbagliare e finire alla gogna, segnati dall’ansia, alimentata dalla crisi dei grandi sogni collettivi e da reti educative e relazionali molto più fragili”.
Per questo è necessario riflettere sul tema dell’educazione, che “non è un’emergenza ma è la quotidianità della vita della Chiesa”: “abbiamo un potenziale straordinario di gente che lavora per l’educazione da anni e in tante parti d’Italia. Occorre profondere uno sforzo almeno pari a quello dell’iniziazione cristiana nei confronti dei genitori e degli adulti in generale. In realtà sono loro i veri educatori con il loro stile di vita, con i ‘sì’ e i ‘no su cui basano la propria vita ancor prima di trasmetterli ai figli”.
Sir, 25 settembre 2023
Vedi qui il testo integrale dell’introduzione del card. Zuppi: https://www.chiesacattolica.it/card-zuppi-la-chiesa-segno-di-unita-e-pace/